ANNI LUCENTI Virna Lisi, la migliore amica di mia mamma. Primo Levi, il direttore della fabbrica di vernici chimiche. Luisella De Filippo, la dolce e sfortunata figlia di Eduardo. Claudio Ranieri, il portiere della mia squadra di calcio. E poi il concerto dei Beatles, il nostro scalcinato gruppo che si esibiva nelle cantine, le prime domande sull’esistenza di Dio e sul senso della vita. Molte persone hanno spesso brutti ricordi della propria infanzia. Io sono stato fortunato, una fortuna che mi è solo toccata in sorte. Sono stato un ragazzino felice e ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito alla mia felicità. Ringrazio perfino gli oggetti meravigliosi con cui giocavo: le biglie di vetro, i palloni di pezza, l’hula hoop, le monete antiche trovate sulla montagnola, la radio a valvole di nonno, le tavolette con i cuscinetti a sfera, la chitarra che strimpellavo malamente e, infine, i grandi calciatori che ho visto giocare. Eccoli qui, i miei meravigliosi divertenti primi quindici anni di vita… SOTTO LE STELLE DI GENOVA Una donna viene trovata uccisa dentro una barca tirata in secco sulla spiaggia dell’imbarcadero di Recco. Viene identificata come Maria Giansanti, moglie di Giulio, il comandante del battello che collega Recco a Camogli e San Fruttuoso. Si occupa del caso Marco Canepa, commissario capo della locale stazione di polizia, il quale chiede subito assistenza informale al suo amico Gianni Galletti, ex dirigente della squadra Omicidi di via Diaz e adesso, da pensionato, scrittore di gialli di successo. Entrambi erano grandi amici della donna uccisa e di suo marito e nessuno dei due riesce ad immaginare un valido motivo per quell’omicidio. Maria, infatti, non aveva nemici, sembrava essere una persona felice che amava moltissimo il suo compagno, il lavoro di segretaria presso un commercialista locale e anche l’attività di catechista che svolgeva da anni presso la parrocchia del parroco don Leandro, la cui chiesa, negli ultimi tempi, è sottoposta a continui furti. Oltre a calici e candelabri d’argento, è appena sparito anche un prezioso quadro del Cinquecento. Per questi furti sono stati arrestati un certo Franco Crespi, detto il Faina, noto spacciatore di cocaina della zona e il giovane ladruncolo minorenne Rino Romagnoli, nipote di tal Riddu, l’uomo che, anni prima, sotto l’effetto dell’alcol, ha investito e ucciso con la propria auto il papà di Canepa, Ermanno, e il suo vecchio amico Remo mentre attraversavano a piedi, sulle strisce pedonali, la strada davanti all’Istanbul Cafè. Poiché i coniugi Giansanti non avevano figli e sembrava anche che non ne potessero avere, il fatto che Maria fosse incinta, come si viene a sapere, fa sospettare l’esistenza di un amante segreto ed è proprio in quella direzione che si muovono le prime indagini. Ma Galletti non è convinto. A suo avviso c’è dell’altro e, per scoprirlo, chiede l’intervento di Fulvio Bosi, il suo fido assistente dei tempi della squadra Omicidi e oggi, pensionato anche lui. Così, alle regolari indagini di Canepa e dei suoi uomini si affiancano quelle “ufficiose” di Bosi e dello scrittore che, nel frattempo, continua anche a scrivere il nuovo giallo promesso al suo editore. Ma è l’efferato omicidio del parroco don Leandro, sacerdote amato da tutti i concittadini, a dare una nuova imprevista sterzata alle indagini, portando infine i due amici poliziotti verso una soluzione del caso che nessuno di loro avrebbe mai potuto né voluto assolutamente immaginare... L’ORCO DI MUSSOLINI Tutto ebbe inizio l’ultimo giorno di marzo del 1924, dopo soltanto due anni dalla marcia su Roma e l’insediamento di Mussolini al potere. I genitori romani non avrebbero mai potuto immaginare che, da quel momento, avrebbero dovuto proteggere a vista i propri figli. Da quel giorno, infatti, un orco cattivo iniziò ad aggirarsi per le vie della capitale, insidiando bambine anche piccolissime. Nei tre anni consecutivi ne furono uccise quattro e violentate e stuprate altrettante. La polizia non riusciva a trovare il colpevole, mentre gli abitanti della città erano sempre più terrorizzati e la stampa iniziava a sparare articoli di fuoco contro quel governo fascista che avrebbe dovuto garantire sicurezza e ordine a tutti. Alla fine, ci rimise un poveraccio di nome Gino Girolimoni. Contro di lui furono praticamente inventate dalla Questura di Roma tutta una serie di prove, trovati testimoni improbabili e, finalmente, tutti, duce compreso, poterono tirare un bel sospiro di sollievo. O, almeno, così pensavano. Ma ci si mise di mezzo un grande poliziotto italiano, il commissario Giuseppe Dosi, il miglior detective in dotazione al Ministero degli Interni, che aveva già risolto brillantemente un’infinità di casi in Italia e all’estero. Inoltre, aveva anche salvato la vita una volta al duce, sventando all’ultimo momento un attentato contro di lui. Non solo Dosi riuscì, in breve tempo, a smontare le prove contro Girolimoni, salvando il malcapitato da una sentenza errata, ma riuscì anche a trovare il vero colpevole degli assassini delle bambine romane. Sembrava proprio fatta e invece proprio lo stesso Mussolini decise che le cose sarebbero dovute andare diversamente… COME LUPI NELLA NEVE L’ispettore Marco Canepa si è fatto finalmente convincere dal suo amico Giuseppe Lolli, proprietario della birreria Il Fondo del Lungomare Bettolo di Recco. Andranno qualche giorno insieme nell’Alto Molise, nel paese montano di Agnone, da dove Giuseppe è originario. Accolto a braccia aperte da tutti i componenti della famiglia Lolli, Canepa fa appena in tempo ad assaggiare le squisite specialità gastronomiche locali e a conoscere amici e parenti di Giuseppe, che subito il paese viene investito da una devastante tormenta di neve che, in breve tempo, lo taglia completamente fuori dal mondo. Nessuna possibilità di raggiungerlo dal fondo valle, niente corrente elettrica, nessun collegamento telefonico. Quella notte stessa un brutale omicidio sconvolge la vita di tutti gli abitanti. Franco Furino, un romano con seconda casa ad Agnone, viene trovato ucciso all’interno della chiesa di Sant’Emidio, mentre sua moglie Germana e la figlia Camilla di nove anni, risultano invece scomparse. Delle indagini si incaricano i quattro carabinieri della locale stazione, sotto il comando del pingue maresciallo Pasquale Conte, amico di infanzia di Giuseppe. Il tutto mentre un vecchio professore di storia, Aristide Ponzio, insigne studioso degli usi e costumi dei Sanniti, fa riecheggiare l’antica maledizione di una presunta strega risalente al 270 avanti Cristo. Il giorno seguente anche la moglie del Furino viene ritrovata uccisa, con un coltello nel cuore, all’interno della sua auto parcheggiata davanti casa. Suo malgrado, l’ispettore Canepa, deve rinunciare alle agognate ferie e aiutare i carabinieri locali a risolvere i due casi di omicidi che sembrano davvero inspiegabili. In questo noir i veri protagonisti, oltre all’azione stessa e alla dinamica degli eventi, sono i vari e curiosi personaggi del paese: il parroco, il sacrestano, l’orologiaio, il geometra, il farmacista, il dottore. E poi c’è il passato che ritorna di continuo, in un incessante andirivieni temporale che va a mescolarsi ai tempi lenti della provincia italiana più sperduta e ai pensieri e ai ricordi di tutti, in un’atmosfera invernale malinconica e retrò THE DOLFUSS DIRECTIVE Giugno 1934. Quando il cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss apprende che il premier italiano Benito Mussolini incontrerà il cancelliere tedesco Adolf Hitler a Venezia, si preoccupa dei piani nazisti di annettere la sua patria. Chiede così all'eroe di guerra Sepp Karper di andare a Venezia e rapire ed esiliare il tedesco. Considerando tale direttiva del rapimento impossibile, il vicecancelliere austriaco Ernst Starhemberg ordina in segreto a Sepp, abile tiratore scelto, di perseguire una soluzione più concreta: uccidere Hitler, sparandogli dal campanile di San Marco durante la prevista parata militare. Sepp assume la falsa identità di un professore di astronomia dell’università di Vienna e, mentre la storia si svolge, sperimentiamo la sua tenace dedizione alla missione, disturbata solo in parte dall’imprevisto incontro sentimentale con una bellissima fotografa americana, anche lei inviata a Venezia da parte del governo americano, per seguire le cose in modo assolutamente non ufficiale. Il thriller affianca fatti realmente accaduti nella storia ad altri di assoluta fantasia, personaggi reali ad altri inventati dai due autori che sono al loro secondo romanzo insieme, dopo il precedente “The other Eisenhower” pubblicato negli Stati Uniti nel 2013. UNA SANTA PER AMICA (Teresa di Calcutta vista da vicino) Ed. EDB Verso la metà degli anni Settanta, quando avevo ventidue anni ed ero ateo, comunista con i capelli lunghi fino alle spalle e chitarra rock al seguito, ho avuto modo di conoscere Madre Teresa di Calcutta, grande amica di mio padre, che l'aveva aiutata ad aprire le sue case delle Missionarie a Roma. Mio padre mi costringeva ad andare a prenderla all'aeroporto e accompagnarla in giro per la città. L'ho frequentata per quasi venticinque anni, fino alla sua morte e, nel frattempo, siamo diventati buoni amici. Lei non parlava mai con me di fede o religione, non mi chiedeva niente. Ma voleva sapere tutto dei miei viaggi in Vespa per l'Europa, dei miei studi di Psicologia e dei primi programmi televisivi che iniziavo a scrivere per la Rai. Con me era spiritosa e divertente, come nessuno immagina sia stata Madre Teresa. Giorno dopo giorno, quella piccola meravigliosa suora, con il suo esempio concreto, è entrata nel mio cuore ed è arrivata alla fine anche la fede. LA NEVE AL MARE Giulio il re del superficiale, Matteo il brufoloso e Capozzi il Pennellone, sono tre sedicenni romani in vacanza ad Anzio, un’estate. Con loro si accompagna spesso anche Paoletto, detto il Pennellino, perché fratello minore del Pennellone. In quel caldissimo mese di agosto all’inizio non succede molto, in realtà, se si escludono naturalmente le tantissime sigarette fumate, le tantissime birrette bevute, la caccia ai rospi da vendere al Ristorante Cinese e la ricerca perenne delle ragazze più belle che invece sbavano sempre dietro a quelli più grandi di loro. Ad una festa sulla rotonda dello stabilimento Tirrena, Giulio ritrova Fabrizia, una compagna delle elementari, diventata oggi una ragazza davvero strepitosa e lei gli confessa di essere stata innamorata di lui, da piccola, anche se lui non se ne era mai accorto. Riuscirà Giulio a recuperare il tempo perduto? Lungo il caotico litorale laziale, i tre sperimentano inoltre furtarelli di motorini davanti allo stadio del baseball di Nettuno, spargimento di putridi vermi per danneggiare l’odioso bar della zona, buchi fatti sulle pareti delle cabine per sbirciare qualche possibile nudo di donna, rozzi bagnini dalle mani pesanti e, infine, anche un misterioso cugino di nome Ci’, quello che arriva all’ultimo per portare il regalone, una cosetta davvero nuova e stuzzicante: la neve. E con la neve inizia tutta un’altra storia che, dopo una notte scintillante e psichedelica, porta il gruppetto a salire su un treno per arrivare fino a Rimini alla scalcinata pensione Magia e infine in una spettacolare discoteca, anzi nella mejo discoteca, come la descrive il Pennellone. Finisce male perché la neve fa molto male e il cugino Ci’ svalvola di brutto e ci rimette parte del cervello. Ma è un avvertimento per tutti, soprattutto per i giovani lettori. |
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OMICIDIO
ALL'ACQUARIO DI GENOVA ( Ed. Fratelli Frilli ) Chi è davvero l'addetto alle pulizie trovato morto dentro la vasca dei gentili lamantini? Da dove viene? Qual è la sua storia? E poi perché un omicidio così plateale e assurdo? Queste sono le domande che si pone Marco Canepa, coadiuvato come sempre dal suo vice Bruno Tozzi e dal PM Tiziana Anselmi, magistrato dai capelli rossi, da tempo innamorata perdutamente di lui. L'Acquario è passato al setaccio dagli uomini della squadra mobile e dai tecnici della scientifica, nella speranza di trovare al più presto un indizio importante o almeno qualche immagine ripresa da una delle varie telecamere, mentre tutti i funzionari della famosa struttura del porto antico si mettono da subito a disposizione della polizia. Sarà un'indagine complicata che, dalle strade e dai vecchi quartieri genovesi, porterà infine l'ispettore fino all'antica e sperduta valle di Theth, in Albania, dove ancora oggi, l'unica legge che conti non è quella ufficiale dello stato ma invece quella del Kanun, un codice antichissimo che risale al medioevo e che regola le faide familiari, obbligando alla vendetta fino al terzo grado di parentela. |
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TUTTE LE STRADE PORTANO A GENOVA ( Ed. Fratelli Frilli ) Una giovane cameriera ucraina viene trovata morta assassinata in uno squallido appartamento di Sampierdarena. Tra le braccia stringe un orsacchiotto che porta la maglietta del Genoa. Si occupa del caso l'ispettore della squadra omicidi genovese Marco Canepa, grande poliziotto e pessimo giocatore di ping pong.Pochi giorni più tardi un'altra ragazza ucraina è uccisa in uno squallido alberghetto ad una stella di via Pre, nel cuore della Genova antica. La mano dell'assassino sembra essere la stessa così come la sua grottesca firma, anche se stavolta l'orsacchiotto, forse per par condicio, indossa la maglia dell'altra squadra genovese, la Sampdoria. Le complicate indagini si muovono tra i caruggi della città vecchia, le dighe di Begato, il lungomare Bettolo di Recco e arriveranno fino ad Odessa, in Ucraina. L'epilogo, però, è nella stessa Genova, davanti allo scoglio di Vesima e al famoso studio di Punta Mare, quello in cui il grande architetto Renzo Piano, protagonista della storia a sua insaputa, pronuncerà la frase che offre il titolo al romanzo.
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IL PALAZZO DEL FREDDO (Ed. Arkadia) E’ il terzo giallo con protagonista l’ispettore laico-consacrato Sangermano, il poliziotto che insegue serial killer per lavoro e, nella vita privata, aiuta i ragazzi ex tossicodipendenti ed è molto attivo nella vita della sua parrocchia romana. Una bellissima ragazza cinese è uccisa nei giardini di piazza Vittorio, a Roma. L’assassino gli ha sparato con un fucile di precisione da uno dei palazzi che circondano l’antica piazza. L’omicidio ne ricorda molto da vicino un altro, avvenuto a Milano, in Largo Tel Aviv, circa tre mesi prima. Il caso viene affidato all’Uocs, la squadra per i crimini seriali e l’ispettore Marcello Sangermano inizia le indagini, coadiuvato dai suoi consueti collaboratori Silvia Fedele e Gigi Placidi. Sono varie le piste da seguire alla ricerca di questo nuovo misterioso killer seriale e alcune di queste portano fino al famoso Palazzo del freddo di via Principe Eugenio, la famosa e antica gelateria romana Fassi. Le indagini si snodano parallelamente anche a Milano e l’ispettore Sangermano, infine, dovrà anche recarsi a Shangai, in Cina, per verificare di persona eventuali coinvolgimenti dei boss della Triade. Ma è proprio a Roma che forse si nasconde la verità, soprattutto in quella parte più segreta della città che sembra ancora recare l’eco di un passato intriso di perfida alchimia e di oscuro esoterismo. |
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TRE RAGAZZI E IL SULTANO ( Ed. Mursia ) Il sultano Bajazit giunge con una flotta a Taranto per sventare l’intervento della flotta medicea contro di lui. Il piano consiste nel rapimento di Arianna, giovane e molto cara al Magnifico, al fine di costringerlo a consegnare le navi fiorentine ai mussulmani. Finirà bene, grazie al coraggio di tre giovani eroi: Pietro, fratello della ragazza rapita, Sacha, zingarello dal cuore nobile e Remo, venditore di frutta al mercato romano di Campo de’ Fiori.
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